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al testo di Franca Figliolini
Canto d’amore - divagazioni su Prufrock
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«ogni giorno prendo le mie medicine l'una per aggiustare gli effetti dell'altra e tutte per guarire la vita»
lo racconti inarcando il sopracciglio, con quello sguardo un po' sorpreso di chi non sappia come si sia arrivati a questo punto soffocati dalla prudenza a contare ogni gesto, gocciolarlo piano, attenti che non smuova equilibri tanto precari quanto ineludibili fragilità pregresse
«beh, possiamo farci sopra una risata di aver visto arrivare i tempi dei pantaloni arrotolati in fondo averli visti arrivare e trascorrere senza che la domanda inespressa, la domanda --- »
ha davvero senso continuare, amor mio continuare a chiedere?
ci siamo sobbarcati questo viaggio, non era detto: una scelta come un'altra per chi non sceglie mai così adesso incrociamo i nostri sguardi liquidi tremanti sul collo come sappiamo fare solo noi
e ammettiamo di aver avuto una risposta averla avuta sempre davanti presente e adamantina
averla avuta tra le mani, noi sì per poter dimenticare lazzaro e il regno dei morti dimenticare tutto con un tocco lieve sulla fronte
sapere del gesto, sapere dell'amore : questo abbiamo conosciuto, per raccontarlo ai vivi
(*) Il canto d'amore di J. Alfred Prufrock, T. S. Eliot, 1910-1911
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cristina bizzarri
- 28/01/2013 19:11:00
[ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]
Mi sembra una variazione ultrabella la tua sul tema di Prufrock, e mi riporta a quel piacere unico,astratto eppure così intenso che ho provato tanti anni fa leggendo questo "canto" eliotiano. Ma qui da te cè anche uno strascico di Una Partita a Scacchi, e di altro ancora della Waste Land, se mi ricordo bene. E quel senso di ampiezza e di essere vissuti anche attraverso le vite dei Grandi che ci accarezza leggendoli, (amore della carta), ritorna ...
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Loredana Scalia
- 19/01/2013 12:54:00
[ leggi altri commenti di Loredana Scalia » ]
Un gioiello importante, di quelli da mettere su carta. Grazie.
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Loredana Savelli
- 19/01/2013 10:06:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Che dire? Grande Eliot, ma grande pure tu, sembri una ricamatrice della poesia, assolutamente NON leziosa, sempre precisa nellaffondare in verso in "cose" innominabili, come lamore, e quello di lunga data... Complimenti ancora.
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